Ing. Giuliano Arbizzani
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Delegato per gli Ingegneri di Forlì-Cesena
al Comitato Nazionale Inarcassa
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Gentile collega,

Inarcassa ai tempi del Superbonus


Reddito Medio Inarcassa

Un primo numero per contestualizzare l'epoca, un numero che significa: tutti i redditi degli iscritti a Inarcassa sommati diviso il numero degli iscritti e si chiama "Reddito Medio Inarcassa".

Come numero non tiene conto di inflazione, categorie di iscritti, differenziazione regionale, ecc... è solo un indicatore dell'andamento del monte dei redditi.


In buona sostanza partendo dall'anno 2000 si evidenzia una moderata crescita fino al 2008, una meno moderata perdita fino a circa il 2016 un timido recupero fino all'anno del covid quando si inverte di nuovo la curva e un +58% nel biennio in concomitanza con il superbonus.

Sembra quasi quello che è successo in edilizia e, se pensiamo alla grande componente di architetti e ingegneri civili in Inarcassa, tutto ciò è abbastanza naturale.

Il grafico sull'andamento medio dei redditi, non tiene conto dell'inflazione, quindi il calo redditi dal 2007 al 2015-2016 è un calo solo apparente del 26% circa, ma in realtà è del 26% più l'inflazione (ipotizzando una media del 3% x 8 anni fa un ulteriore 24% totale 50%) quindi un vero e proprio tracollo dei redditi che si sono in realtà dimezzati.

E' così stupefacente e assolutamente inaspettato un così repentino innalzamento dei redditi che si dovrebbero confermare se non aumentare anche per il 2023.


Quota contributiva per le anzianità maturate a partire dal 1/1/2013

Ora passiamo, sempre in maniera semplificata, a vedere come si calcola la componente contributiva della pensione Inarcassa.

La quota contributiva di pensione tiene conto dell’ammontare dei contributi accreditati dal 2013 sulla posizione assicurativa individuale fino al momento del pensionamento.

Nel calcolo entrano in gioco i seguenti due elementi:

• il montante dei contributi soggettivi versati, entro il tetto pensionabile;

• il coefficiente di trasformazione legato alla età alla data di maturazione del diritto a pensione.

Il montante individuale è formato da:

• contributo soggettivo;

• contributo facoltativo;

• parte del contributo integrativo, retrocesso in funzione dell’anzianità retributiva maturata fino al 31/12/2012

• altri eventuali contributi.

Il montante contributivo è rivalutato al 31 dicembre di ogni anno ad un tasso pari al "tasso annuo di capitalizzazione".

Il calcolo della quota Q2 di pensione contributiva post 2012 avviene facendo il prodotto del montante contributivo individuale M per il coefficiente di trasformazione Ctr, determinato in base all’età e all’anno di nascita, di cui alle Tabelle H e F.


Tasso annuo di capitalizzazione

Il tasso annuo di capitalizzazione è così definito all'art.26.6 del RGP:

26.6 – Il tasso annuo di capitalizzazione del montante contributivo individuale è pari alla variazione media quinquennale del monte redditi professionali degli iscritti ad Inarcassa, con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare, con un valore minimo pari all’1,5%. Il tasso annuo di capitalizzazione è incrementato di una quota percentuale della media quinquennale del rendimento del patrimonio di Inarcassa nella misura che, con cadenza biennale, il Comitato Nazionale dei Delegati delibera, su proposta del Consiglio di Amministrazione, nel rispetto dell’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale di INARCASSA.


Tassi annui di capitalizzazione applicati al montante individuale post 2012

Anno
da rivalutare
Tassi di
capitalizzazione
(var. media
quinquennale
del Monte redditi
di Inarcassa)
Tasso minimo Tassi applicati
20131,0%+1,5%+1,5%
2014-1,1%+1,5%+4,5%
2015-1,9%+1,5%+4,5%
2016-2,2%+1,5%+1,5%
2017-1,7%+1,5%+1,5%
2018-1,6%+1,5%+1,5%
20190,0%+1,5%+1,5%
2020+1,6%+1,5%+1,6%
2021+3,7%+1,5%+3,7%
2022+2,5%+1,5%+2,5%
2023+9,0%+1,5%+9,0%

Nota: nel biennio 2014-2015 il tasso di capitalizzazione è stato aumentato di 3 pp. a seguito di Delibera del Comitato Nazionale dei Delegati di Inarcassa (CND)


E' chiara l'importanza economica previdenziale del tasso annuo di capitalizzazione e dall'analisi della tabella si evince che nel 2013-2019 i tassi reali sono stati inferiori al minimo obbligatorio del +1,5% e, addirittura, in parte negativi, per poi riprendere con una crescita da un sufficiente +1,6 a +3,7 a +2,5 fino ad uno splendente +9,0% del 2023.

Subito all'inizio dell'applicazione della riforma 2012 è apparsa chiara la necessità dell'applicazione del tasso minimo del +1,5% in quanto in caso contrario le pensioni sarebbero state pesantemente penalizzate e, a fronte di valori del -1,1% e -1,9% del 2014 e 2015, il Comitato Nazionale Delegati Inarcassa non solo ha adeguato il tasso al minimo del +1,5% ma lo ha incrementato fino al +4,5%.

A tale delibera si è opposto un Ministero vigilante, addivenendo ad un contenzioso, con una consulenza tecnica d'ufficio, secondo cui, il patrimonio, era sufficiente per garantire l'applicazione di tali tassi, nel rispetto dell’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale di Inarcassa, addivenendo ad un'approvazione definitiva nell'ottobre 2020.

La reale criticità del finanziamento del tasso di capitalizzazione minimo ha però profondamente impegnato il CND, proponendo la creazione di fondi ad hoc oppure ipotizzando anche l'eliminazione del minimo +1,5%.

Provvidenziale il salto del monte redditi degli iscritti ad Inarcassa che quanto meno ha coperto l'indice minimo degli ultimi anni.

Uno dei punti valorizzanti della riforma 2012, secondo i professori che l'hanno studiata, ma anche secondo la Presidente Muratorio, che ne ha più volte rivendicato il valore peculiare, è che Il tasso annuo di capitalizzazione del montante contributivo individuale è pari alla variazione del "monte redditi professionali degli iscritti ad Inarcassa", ovvero il cosiddetto "PIL Inarcassa".

Mentre il PIL Inarcassa si impennava positivamente, le borse che costituiscono una quota degli investimenti del patrimonio, vivevano un momento di grande volatilità, con i botti negativi del 2020 e 2022, poi parzialmente recuperati negli anni dispari.


Il bilancio tecnico attuariale

A gennaio è stato redatto il Bilancio Bilancio Tecnico Attuariale al 31.12.2022 del 23 febbraio 2024, che viene richiesto dallo Stato con cadenza triennale mentre Inarcassa lo commissiona con cadenza biennale, che certifica la sostenibilità finanziaria delle promesse pensionistiche prevedendo l'equilibrio tecnico economico finanziario della gestione.

La tecnica usata dagli attuari prende in considerazione alcune grandezze: contributi, prestazioni pagate, proventi finanziari, spese generali, saldo previdenziale, saldo totale.

Il bilancio è composto da due bilanci quello "standard" redatto con i dati ministeriali che vengono applicati da tutte le casse previdenziali e il bilancio "specifico" redatto sula base delle peculiarità specifiche di Inarcassa, quali ad esempio il PIL Inarcassa.

In quest'ultima redazione del bilancio specifico è stato adottato un andamento ciclico delle tasso di rivalutazione dei montanti con la punta prevista per il 2023 di circa +12% poi calante a 11%, 8,5%, 7,5% del 2027, un crollo al 2,5% nel 2028 e poi una banda ondulatoria fino al 50° anno che oscilla tra 1,5% (minimo garantito) e 4,5%.

Nel bilancio tecnico specifico precedente era stato applicata una banda di oscillazione del tasso di capitalizzazione abbastanza appiattita su un valore di circa 3,0% con un picco al 4,5%.

Le risultanze del bilancio specifico evidenziano che il saldo totale, che rappresenta l'indicatore di stabilità degli enti previdenziali, è negativo dal 2045 al 2071 (per 27 anni), periodo nel quale, a regolamentazione invariata, si dovrà far ricorso alle attività patrimoniali per poter garantire gli impegni previdenziali e assistenziali della Cassa.

Di conseguenza il patrimonio, pari a 13 miliardi di euro al 31.12.2022, cresce fino al 2044 raggiungendo circa 28 miliardi, decresce nel periodo in cui il saldo totale è negativo e poi torna a crescere dal 2072, raggiungendo nel 2072 l'importo di 18,5 miliardi di euro (pari a 6,6 miliardi in euro 2022). Si evidenzia che il tasso medio annuo di crescita del patrimonio è pari allo 0,7%, contro un tasso di rendimento applicato pari al 3% medio nei 50 anni.

Il livello di copertura della riserva legale (pari a 5 annualità di pensione), ossia l'ulteriore indicatore per la verifica di sostenibilità, assume un andamento decrescente con valori inferiori al limite di legge dal 2061; infatti nel 2022 il patrimonio copre circa 16 annualità di pensioni mentre arriva a coprirne 3,5 nel 2072.


Tasso annuo di capitalizzazione massimo

Stante questo bilancio tecnico è necessario assumere correttivi e il Consiglio di Amministrazione (CDA) sulla scorta di tutti gli studi prodotti, considerando anche che assumendo un tetto al limite massimo del tasso di rivalutazione dei montanti potenzialmente si creano introiti utili a finanziare i periodi in cui il tasso di rivalutazione reale è inferiore a quello minimo del +1,5%, valore ritenuto irrinunciabile dal CND, ha proposto un limite al tetto massimo del +3,0% tra una scelto tra banda di oscillazione dal +3,0% al +5,0%.

Il Comitato Nazionale Delegati ha approvato un valore massimo pari al +4,25% che può anche essere incrementato ad un valore superiore con le risorse di extra rendimento del patrimonio, inoltre le risorse di extra-rendimento del patrimonio sono utilizzate anche a copertura del tasso minimo e, infine, un comma che avrebbe introdotto già quest'anno il limite massimo del 4,25 è stato soppresso rimandandone l'applicazione al prossimo anno e, quindi, mantenendo il circa +12,0% stimato per quest'anno.

Secondo il bilancio tecnico specifico nel 2025 il tasso di capitalizzazione dovrebbe essere il +11%, nel 2026 il +9%, nel 2027 il +8% e a seguito della modifica statutaria verranno portati al +4,25% (salvo maggiorazioni aggiuntive dovute all'extra rendimento del patrimonio improbabili), fino al 2035 il tasso stimato sarà compatibile con il tasso di norma, dal 2036 al 2072 il limite del +4,25 limiterà sporadicamente i tassi applicati che, nella stima degli attuari, non dovrebbero mai superare il +5,5%.

(In conclusione fatemi esprimere la mia massima espressione di stima per gli attuari che, quando io non riesco a prevedere cosa mi succederà l'anno prossimo, sanno invece leggere il futuro fino al 2072 e senza sfera di cristallo).

Il tasso annuo di capitalizzazione è stato così ridefinito dall'art.26.6 sino al 26.9 del RGP:

26.6 – Il tasso annuo di capitalizzazione del montante contributivo individuale è determinato con delibera del Consiglio di Amministrazione ed è pari alla variazione percentuale media quinquennale del monte redditi professionali degli iscritti ad Inarcassa, con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare, individuata ai sensi dell’art. 33.2, con un valore minimo pari all’1,5% e un valore massimo pari al 4,25%.

Il valore massimo è revisionabile, di norma con cadenza triennale, con delibera del Comitato Nazionale dei Delegati su proposta del Consiglio di Amministrazione nel rispetto dell’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale di INARCASSA.

26.7 – Il tasso annuo di capitalizzazione può essere incrementato, anche oltre il valore massimo di cui al comma precedente, con l'utilizzo di una quota delle risorse da extra-rendimento del patrimonio, determinato ai sensi del successivo comma 8, nella misura e con le modalità deliberate dal Comitato Nazionale dei Delegati, su proposta del Consiglio di Amministrazione, nel rispetto dell’equilibrio di lungo periodo del sistema previdenziale di INARCASSA.

Le risorse da extra-rendimento sono utilizzate anche a copertura del tasso minimo di cui al comma 6.

26.8 – L’extra-rendimento del patrimonio è calcolato ogni anno moltiplicando il patrimonio netto di inizio anno per l’eventuale eccedenza della media degli ultimi cinque anni del rendimento contabile netto del patrimonio di INARCASSA rispetto al tasso annuo di capitalizzazione di cui al comma 6.

L’extra-rendimento di ciascun anno non può essere superiore al risultato economico di gestione dell’anno di riferimento.

Nella Relazione sulla gestione a corredo del bilancio di esercizio viene data evidenza dell’extra-rendimento del patrimonio per l’anno di riferimento, dell’evoluzione del suo valore patrimoniale e dell’eventuale utilizzo.

26.9 – In caso di determinazione del tasso annuo di capitalizzazione del montante contributivo individuale in misura pari al valore minimo stabilito ai sensi dell’art. 26.6, la Relazione sulla gestione a corredo del bilancio di esercizio riporta le necessarie informazioni con riguardo alla relativa copertura, tenuto conto dell’extrarendimento del patrimonio disponibile, nonché delle risultanze del bilancio tecnico attuariale.



Quanto scritto sicuramente da' l'impressione che tutto sia già approvato, e in vigore, invece manca il conto finale da fare con l'Oste (ministeri vigilanti) che ultimamente tendono a stravolgere le decisioni invocando cavilli vari, in questo caso apportando modifiche a favore della stabilità economica finanziaria dell'ente è probabile che la approvino ed entro l'anno, altrimenti, poi, slitterebbe la vigenza del provvedimento al 2026 garantendo quindi l'applicazione di un tasso stimato in circa +11% per il 2025, ma è possibile che la palla ci ritorni richiedendo ulteriori modifiche.


Dal punto di vista politico, le mie votazioni, sono state sempre contrarie a norme che possano ridurre l'importo economico delle pensioni.


Ringrazio per l'attenzione e invio i miei più cordiali saluti


Giuliano Arbizzani


Cesena, lì 14 settembre 2024